Frammenti n. 3
Provincia di Belluno

Frammenti n. 3

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Imposte incluse.
Conoscere e tutelare la natura bellunese

In questo numero:

  • Carlo Argenti Michele Da Pozzo Cesare Lasen Giovanni Roffarè Gianni Sburlino - Anthyllis montana l. subsp. jacquinii (A. Kerner) Hayek confermata per la flora della provincia di Belluno. Note ecologiche e vegetazionali. Gli autori segnalano il ritrovamento di una stazione di Anthyllis montana subsp. jacquinii sul Monte Dolada (Alpago Belluno) e riassumono brevemente la storia e la sua attuale diffusione nell'arco alpino sudorientale. Per sottolineare le caratteristiche peculiari del sito forniscono indicazioni di carattere geologico geomorfologico e climatico oltre ad elementi storico-antropici che confermano l'elevata naturalità.
    Il rilievo fitosociologico consente di attribuire la comunità a Bupleuro-Brometum condensati associazione che viene segnalata per la prima volta in Veneto.
  • Duilio Iamonico - Amaranthus tuberculatus (Moq.) J.D. Sauer in provincia di Belluno (Italia nord-orientale). L'autore segnala per la prima volta in Provincia di Belluno (Veneto Italia nord-orientale) Amaranthus tuberculatus (Moq.) J. D. Sauer a seguito della revisione di exsiccata conservati nell'Erbario personale di Carlo Argenti e verificandone la presenza negli Erbari FI PAD e RO. Allo scopo di favorire la corretta identificazione della specie se ne fornisce una descrizione dettagliata.
  • Juri Nascimbene - La foresta della Val Visdende: un hotspot di biodiversit à lichenica. Questo articolo descrive una situazione di particolare interesse lichenologico rilevata in Val Visdende (zona nord-orientale della provincia di Belluno). In questa foresta si sono riscontrate infatti numerose specie estremamente rare a livello nazionale come nel caso di Usnea longissima in Italia nota solo in due stazioni. Viene riportata una lista di 71 specie che include anche Chaenotheca subroscida segnalata per la prima volta in Veneto. Inoltre si segnala la presenza di una notevole popolazione del lichene Lobaria pulmonaria.
  • Mattia Cesa - Muschi acquatici come monitor della contaminazione da elementi in traccia nei corsi d'acqua subalpini della provincia di Belluno. Studio sperimentale sul monitoraggio di elementi in tracce in in 15 siti della provincia di Belluno lungo i Fiumi Boite Cordevole Piave ed alcuni loro affluenti effettuato attraverso la tecnica dei moss bags piccoli campioni di muschi acquatici in grado di assorbire dall'acqua i metalli pesanti in essa presenti e di rilevare quindi eventuali situazioni di inquinamento. Il muschio ha accumulato concentrazioni significative di Cr Cu Mn Ni Pb e Zn individuando alcune aree di criticità ambientale: fiume Cordevole ad Agordo alto corso del Piave e torrente Gallina.
  • Enrico Vettorazzo - Consistenza ed evoluzione delle popolazioni di fagiano di monte tetrao tetrix l. 1758 nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi nel periodo 1995-2010. L'autore riassume i dati relativi a 15 anni di censimenti del fagiano di monte all'interno dell'area protetta condotti annualmente nel periodo primaverile ed estivo. Le popolazioni di Tetrao tetrix del PNDB sembrano mostrare dopo un progressivo calo numerico una lenta ripresa negli ultimi anni diversamente dall'andamento generale delle popolazioni alpine che sono in fase di generale declino.Carlo V. Citterio Federica Obber Isabella Monne Marco De Nardi Manuela Dalla Pozza Marica Toson Monica Lorenzetto - Recenti acquisizioni sul cimurro nei carnivori selvatici dell'arco alpino orientale. Il cimurro sta interessando dal 2006 le popolazioni di carnivori selvatici dell'Arco Alpino Orientale ed è presente dal 2007 nel territorio Bellunese. L'epidemia che appare in movimento verso ovest ha coinvolto fino ad oggi prevalentemente volpi e in minor misura tassi ed altri mustelidi. L'analisi filogenetica ha evidenziato che l'epidemia è causata da un unico e distinto genotipo di virus del cimurro nel quale è stata individuata una specifica mutazione associata ad un incremento da parte del virus nella capacità di replicare in più specie ospiti.
  • Danilo Giordano - I fossili più antichi delle Dolomiti. Dalle rocce metamorfiche affioranti nell'agordino proviene il primo ritrovamento di graptoliti nel Basamento Metamorfico Sudalpino di età Siluriano inferiore (Llandoveriano medio 435 milioni di anni) associati a coralli di probabile età Devoniana. Questo ritrovamento ha fornito un dato certo sull'età deposizionale delle rocce madri e ha condotto alla revisione di altri dati paleontologici (acritarchi del Col di Foglia). è stato così accertato che le rocce metamorfiche affioranti ad Agordo hanno età cambriano superiore (510 milioni di anni) e risultano pertanto le rocce datate più antiche delle Alpi e dell'Italia peninsulare.
  • Enrico Trevisani - Resti di squalo lamniforme dal Marmo di Castellavazzo (Cretacico superiore Castellavazzo provincia di Belluno). Viene segnalato il ritrovamento di una colonna vertebrale di squalo lamniforme (Chondrichthyes Elasmobranchii) all'interno delle facies condensate della Scaglia Rossa (Marmo di Castellavazzo) del Cretacico superiore cavate in Cava Marsor a nord di Castellavazzo (provincia di Belluno).
  • Anna Angelini- Il sito di Castel de Pedena (S.Gregorio nelle Alpi - BL). L'antico sito d'altura di Castel de Pedena ha avuto un ruolo chiave nel contesto alpino del territorio bellunese caratterizzato da una frequentazione cronologicamente molto estesa e dalla singolare collocazione geografica.
  • Rassegna bibliografica: 44 i titoli segnalati accompagnati in genere da un breve commento illustrativo che spaziano nei vari ambiti delle scienze naturali.


Autore: vari
Editore: Provincia di Belluno
Anno: 2011
ISSN: 2036-4202
Copertina: Brossura
N. Pagine: 112 su carta ecologica Shiro alga
Stampa: Colore
Dimensioni: 170 x 240 mm ca.

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